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Una nuova legge per la formazione professionale: ora a 14 anni si può imparare un mestiere. Corsi triennali Approvata all’unanimità la proposta di legge di cui il consigliere regionale Fora è stato il primo firmatario Approvato all’unanimità la proposta di legge dei consiglieri Andrea Fora (Patto civico), Michele Bettarelli, Tommaso Bori (Pd), Paola Fioroni, Valerio Mancini (Lega), Eleonora Pace (FdI), Stefano Pastorelli, Francesca Peppucci (Lega) riguardante modifiche al Sistema regionale di istruzione e formazione professionale.

Le modifiche alla legge 30 vanno ad incidere sulle possibilità di scelta dei ragazzi dai 14 ai 16 anni, che hanno terminato la scuola media e intendono avvicinarsi alla formazione professionale, consentendogli di farlo da subito, senza attendere, come prevede la legge attualmente, di fare un anno negli istituti scolastici pubblici e il secondo e terzo in regime di sussidiarietà attraverso indirizzi professionali.

Previsti anche importanti cambiamenti nei bandi di finanziamento, triennali anziché annuali come oggi, per evitare l’evenienza che i percorsi di istruzione abbiano inizio in ritardo per mancanza di fondi, o per assenza di tempestive e adeguate deliberazioni. Obbligo di un percorso triennale per il rilascio della qualifica professionale e quadriennale per il diploma.

Ora a 14 anni si può imparare un mestiere.

  • Previsti apprendistato, con contenuti di applicazione pratica non inferiori al 40 per cento dell’orario per il secondo anno e del 50 per cento per terzo e quarto anno; alternanza scuola lavoro per almeno 400 ore annue; impresa formativa simulata, con periodi di applicazione pratica non inferiore a 400 ore annue, quale strumento propedeutico ai percorsi di alternanza scuola lavoro o di apprendistato, misure che si rivolgono particolarmente agli studenti quattordicenni. La presidente di commissione Eleonora Pace (FD’I) ha sottolineato che “il nuovo Sistema regionale di istruzione e formazione professionale punta ad assicurare l’assolvimento dell’obbligo d’istruzione e il diritto-dovere all’istruzione e formazione; elevare le competenze generali delle persone, di ampliare le opportunità di acquisizione di una qualifica professionale; innalzare generalizzato dei livelli di istruzione dei giovani, il conseguimento del successo scolastico e formativo, la prevenzione e il contrasto dell’abbandono scolastico”.
  1. Molto soddisfatto il capogruppo Fora che è il primo firmatario di questa svolta: “Questa legge rappresenta un passaggio storico per l’istruzione e la formazione professionale in questa regione: per la prima volta in Umbria viene infatti riconosciuta la rilevanza educativa e culturale del lavoro, dopo anni di attesa per un adeguamento normativo che in Italia è stato fatto dal 2015. I percorsi di IEFP (Sistema di istruzione e formazione professionale) costituiscono uno dei canali per assolvere l’obbligo di istruzione e il diritto dovere per i giovani 14-17enni. Rappresentano un segmento che, a fronte della capacità di svolgere in modo efficace sia una funzione professionalizzante sia di recupero all’apprendimento di allievi a rischio di abbandono, risulta a molti sconosciuto. Una formazione che ha scontato pregiudizi rispetto alla formazione offerta dal sistema educativo e formativo statale”.

Sono i risultati occupazionali e di prevenzione all’abbandono scolastico del sistema dell’ IeFP umbro a quantificare il valore di questa legge secondo i dati Arpal Umbria il tasso di occupazione di chi esce dai corsi è stato nel 2018 dell’84% , con un aumento nel giro di due anni del 20%.

“Per la prima volta – aggiunge Fora – si da dignità ai percorsi di istruzione professionale e ai centri di formazione, che da oltre cento anni operano in questo settore. I percorsi di IeFP costituiscono uno dei canali per assolvere l’obbligo di istruzione e il diritto/dovere per i giovani 14-17enni. Da oggi i ragazzi, al termine della terza media, potranno scegliere tra i percorsi del seondo ciclo offerti dal sistema dell’educazione e i percorsi formativi offerti dall’IeFP, come avviene in tante altre Regioni. Diceva Don Bosco: in ognuno di questi ragazzi, anche il più disgraziato, v’è un punto accessibile al bene. Compito di un educatore è trovare quella corda sensibile e farla vibrare.

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